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Semi di girasole nero per uzo zootecnico, ornitologico, di pezzatura micro
molto utilizzato per arricchire miscele per uccelli indigeni, carduelidi, fringilidi e piccoli pappagalli
Il nome generico (Helianthus) deriva da due parole greche ”helios” (= sole) e ”anthos” (= fiore) in riferimento alla tendenza di questa pianta a girare sempre il capolino verso il sole[2][3], comportamento noto come eliotropismo. Il nome specifico (annuus) indica il tipo di ciclo biologico (annuale).
Anche il nome comune italiano (Girasole) deriva dalla rotazione in direzione del sole. Il termine “girasole” è anche usato per indicare le altre piante appartenenti al genere “Helianthus“, molte delle quali sono perenni.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Helianthus annuus) è stato proposto da Linneo (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753[4].
Quando i fiori del disco maturano, diventano semi. Tuttavia ciò che è comunemente chiamato seme è in realtà il frutto (un achenio) della pianta, con i veri semi circondati da pula indigeribile e provvisto di un pappo formato da due squame (o denti) lineari-acute e precocemente caduche[7]. La forma degli acheni va da ovale a oblunga ed è compresso longitudinalmente (amigdaliforme). Il colore è variabile da nero a grigio chiaro. La superficie è vellutata. I semi hanno colori e dimensioni diverse: si distinguono in corti, medi e lunghi (in quelli medi la lunghezza è il doppio della larghezza, mentre quelli più corti contengono più olio); i colori vanno dal bianco, al giallo-paglierino, al grigio e fino al nerastro[3]. Dimensioni del frutto: 8 – 15 mm. Lunghezza delle squame/denti: 1 – 3,5 mm.
Peso | 1 kg |
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